Se Guglie è il “frutto” che unisce 5 fratelli/amici (Barbara, Alessandro, Gianni, Gianluca e Richard) non si può fare a meno di ricordare che l’idea-base nasce e prende vita nella mente e nel cuore di uno in particolare di questi e cioè di Richard. Che propone l’idea agli altri quattro, che vede e sceglie la location, che idea il nome pensando a suo padre Guglielmo, ossia colui che aveva ispirato e capitanato la squadra di famiglia che per 25 anni ha fatto, con successo, ristorazione al Castellaccio, nei locali del Ghinè Cambrì. E siccome Guglielmo era principalmente un uomo di sport, ecco che l’idea del ristorante viene subito affiancata da un’altra idea, quella dello sport come tema “d’accompagnamento”. Lo sport è un mondo sano e genuino, almeno nel cuore dei bambini che lo praticano con passione; un mondo che, per chi lo ha frequentato fino a 20 anni fa, aiutava a tenere i giovani lontani dai pericoli e dalle scelte sbagliate. Oggi, in un epoca in cui videogames e cellulari la fanno da padrone, serve a far stare le persone insieme, a praticare sano movimento, ad interagire; così, cenando e pranzando da Guglie, sarà divertente parlare anche di sport, commentare le gare, disquisire di un pianeta che sprigiona vitalità, freschezza e salute. La nostra città ha dato tanto allo sport italiano,in termini di risultati ma anche di umanità; così alcuni dei tanti campioni concittadini da noi interpellati hanno risposto “presente” alle nostre richieste, donandoci i loro personali cimeli. Cimeli che custodivano come le cose sante, dai quali si sono separati a malincuore ma che, posti in bella vista nelle nostre “nicchie” assieme alle foto delle loro imprese sportive, vivranno ancora nei ricordi degli adulti e nei cuori dei ragazzini. Qualche genitore racconterà ai propri figli di aver palpitato nel vedere Fabrizio Mori, zio di Rachele Mori, andare a rincorrere i giganti davanti a lui per bruciarli negli ultimi 100 metri e vincere il Mondiale dei 400 ostacoli. O di essere rimasto incollato alla Tv per seguire i prodigiosi scatti sui pedali di Bettini e di vederlo alzare le braccia, da solo, sul traguardo dei paradisi iridati. Di esser stato orgoglioso pensando che i vari Baldini, Montano (entrambi medaglia d’oro olimpica) e la leggiadra campionessa mondiale Irene Vecchi hanno quasi trasformato le nazionali di scherma in selezioni livornesi, sulla scia e sulla tradizione dei Montano e dei Nadi dello scorso secolo. Qualcuno spiegherà ai propri figli chi era e chi è Massimo Rizzoli, campione mondiale ed europeo di Arti Marziali, un uomo di coraggio e di valori, sportivi ed etici. E come non ammirare il talentuoso tennista Filippo Volandri, che ha guidato da capitano la squadra nazionale nella vittoria della coppa Davis 2023. Forse saranno invece i figli stessi a riconoscere le foto e le cuffie di Gabriele Detti (due bronzi olimpici e campione mondiale negli 800 stile libero) e degli altri 4 alfieri livornesi del nuoto, Turrini e le tre “grazie” De Memme, Franceschi e Luccetti. Nel locale una teca dedicata anche alla ex campionessa di nuoto Ilaria Tocchini. Parecchi saranno quelli che invece proveranno grandi emozioni ricordando la cavalcate trionfali degli anni 2000 dell’amatissimo Livorno fino alla Serie A, quando i fratelli Lucarelli, il livornese acquisito Igor Protti e Davide Balleri incarnavano lo spirito labronico per sfidare gli squadroni con la maglia a striscie (e proprio di Balleri è stata chiesta e ottenuta la maglia, un ragazzo di Livorno, che in Serie A ha totalizzato qualcosa come 360 presenze e che abita a 200 metri dal nostro locale). Un po’ di sani sfottò correranno per le sale di Guglie quando i clienti si troveranno di fronte la nicchia del basket, uno sport che nella nostra città è di casa da sempre: le sfide anni ’80 negli appassionanti derby in A1 saranno ricordate dalle foto e dalle canotte di Alessandro Fantozzi e Claudio Bonaccorsi, due livornesi che tanto hanno duellato sul parquet, sciorinando giocate di alta scuola. Erano derby che, sportivamente parlando, dividevano in due non solo la città ma spesso anche le famiglie. Tanto che persino quelle dei soci del nostro locale non ne sono rimaste immuni: piellina Barbara, libertassino suo fratello Richard da una parte mentre Gianluca, cuore Libertas, non ce l’ha fatta a convincere il fratello più piccolo, Gianni, che infatti è tifosissimo PL. Infine due nicchie per due discipline che sono nel cuore dei “ragazzi” di Guglie: il rugby, quello sport che tanto insegna con i propri valori e del quale Guglielmo Prima è stato uno dei più quotati allenatori d’Italia. Nel locale una teca dedicata ai fratelli Simone e Alessandro Gesi: il nonno Stefano, allenato da Guglielmo, e il padre Silvano, suo compagno di squadra, sono stati entrambi nazionali.